mercoledì 18 novembre 2009

Solitudini

COME È POSSIBILE DIMENTICARE LA TRAGEDIA DI SAN NICOLA VARCO?

Caro direttore, come è possibile che una sera d’autunno, nella civilissima Italia europea, 800 persone siano state rimosse, come si rimuovono le cose senz’anima, da uno schieramento di polizia, carabinieri, finanza che disegnava una vera e propria azione di guerra (e della quale l’ineffabile ministro Maroni ha esplicitamente gioito)? Come è possibile che ottocento (provate a contare fino a ottocento e calcolate quanto tempo ci vuole) storie, fatte, come tutte le storie, di tenerezza, affetti, figli, madri, mogli, fratelli, libri, fotografie, lasciati nel loro poverissimo paese di origine per cercare una fortuna, la fortuna di un lavoro, di un salario, possano essere calpestate, disperse? Come è possibile che tranne in pochi articoli su qualche giornale o in avari servizi televisivi, nessuno abbia mostrato di indignarsi? Come è possibile che non un solo intellettuale, non un solo dirigente politico nazionale, abbia sentito il bisogno di stare lì dove il cuore e la ragione (merci assai rare, peraltro) avrebbero dovuto portarli?
Come è possibile che le troupes di trasmissioni «radicali» che ci raccontano ossessivamente solo le vicende della politica, non abbiano ripreso quell’insensato e feroce sgombero? Come è possibile che nessuno, dico nessuno (fatta eccezione per una parte del sindacato), abbia chiesto il conto al governo nazionale per questo atto di chiara matrice razzista e fascista?
Come è possibile che di fronte a un agglomerato disumano come era quel ghetto che da anni cresceva «vigoroso» e «visibile», molto «visibile», non si siano predisposte soluzioni sociali adeguate?
Come è possibile che nessuno (autorità pubbliche locali, provinciali, regionali e nazionali) abbia chiesto scusa agli immigrati per l’oltraggio che subivano?
Come è possibile che non un solo datore di lavoro di quelli che pure sfruttano questi ragazzi, abbia sentito il bisogno di ribellarsi di chiedere soluzioni adeguate, di mobilitare le associazioni d’impresa?
Se spettrale è il silenzio della politica, ancor più spettrale appare quello della cultura chiusa nei suoi templi di cartapesta, nelle sue congreghe, nei suoi privilegi.
Privilegi mai tanto palesemente ingiustificati. A San Nicola Varco la Campania ha svelato il suo volto peggiore, indifferente, senza etica pubblica, incompetente. Si poteva fare di più. Molto di più.
Il governo di destra accattone, violento e ignorante che ci ritroviamo non si batte con le giaculatorie o le dichiarazioni di principio. Si batte lavorando dentro le contraddizioni aspre che apre, e scegliendo di stare dalla parte di chi subisce i torti più amari. Ma, quei ragazzi non votano, privati da una concezione monca della cittadinanza, dell’esercizio del più elementare diritto democratico. Forse, se avessero avuto quel diritto non sarebbero stati così soli, così invisibili. Le loro storie avrebbero assunto il volto seducente di un voto e questo, inevitabilmente, avrebbe portato all’ingresso di San Nicola Varco tanta più «disinteressata» attenzione.
Adesso vagano senza fissa dimora nella ricca Piana del Sele. Soli e disperati. Privati anche di quelle casupole di lamiera e cartone che, forse, adesso gli sembrano delle case vere. Chi saprà mai quanti hanno composto il numero verde che la inutilmente solerte assessore regionale alle Politiche sociali, ha messo a disposizione della loro solitudine?

Luisa Cavaliere
Lettera al Corriere del Mezzogiorno pubblicata il 17/11/2009

La risposta del "Direttore", per chi volesse toccare con mano i contenuti di quel "volto peggiore", è qui, tra "le risposte in cui il fatto scompare"....

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