La fratellanza dei network (Il Mattino 15 novembre 2009)
Su sicurezza e parità una videoconferenza ad Avellino del teorico della società liquida
Zygmunt Bauman
Se oggi ci si guarda intorno si assiste ad assalti terroristici, alla globale emergenza terroristica, alle paure sul riscaldamento del pianeta, si temono le nuove malattie epidemiche contagiose. Se si considerano tutte queste cose insieme, si vedrà che le persone sono inclini a cedere gran parte della loro libertà per avere più sicurezza. Sicurezza è desiderio, sicurezza è ricchezza umana o di quelle compagnie commerciali che fanno un sacco di profitti, di politici che accumulano un sacco di capitale. Noi siamo pronti a essere d’accordo con loro seguendo la ricetta per dimetterci dalla libertà di scelta per sentirci più sicuri. Ora, la questione è l’eguaglianza, come probabilmente ben sappiamo, le differenze tra le persone che guadagnano molto e la persone che guadagnano poco, le persone al limite. La miseria sta crescendo, le differenze stanno crescendo. (...) L’idea di eguaglianza è stata sostituita dall’idea di Parità. Parità non significa eguaglianza materiale, eguaglianza di salario, eguaglianza di ricchezza. Al contrario le persone amano le differenze, amano vivere in stili diversi, non vogliono essere uniformate a chiunque altro. Ciò che vogliono, ciò per cui combattono è il riconoscimento del diritto a essere differenti, l’idea dei diritti umani al posto, in qualche modo, proprio in qualche modo, l’idea dell’uniformità del salario, l’uguaglianza del welfare e del diritto umano è concepita prevalentemente come il diritto a essere me stesso, il diritto a essere differente, il diritto a seguire la mia propria scelta di stile di vita. (...) Un altro elemento è la Fratellanza. La Fratellanza, come la Libertà, è una nozione ambivalente. È un aspetto meraviglioso, desiderabile, un aspetto che richiama i sentimenti, un certo grado di pietà, perché appartenere a una famiglia significa, da un lato, aumentare la sicurezza, ma dall’altro, è la limitazione della libertà. La tua identità è determinata dalla tua appartenenza, poiché tu sei nato qui e non lì, poiché tu vieni da un tale ambiente e non da un altro. Tu sei determinato già per la vita e il tuo spazio di manovra è limitato. Il Network, con cui l’idea di fratellanza è stata sostituita, è qualcos’altro. Qui l’identità non è determinata dall’appartenenza ma, al contrario, l’appartenenza è determinata dall’identità o dalle scelte. Io scelgo la cerchia a cui appartenere. La famiglia è un’entità oggettiva. Un marziano potrebbe guardarci da lassù e potrebbe oggettivamente descrivere chi appartiene a una determinata famiglia e chi non vi appartiene. Il Network è qualcos’altro. Continua...
Il Network circola tutto intorno a un singolo individuo. Noi stiamo trasportando i nostri gruppi di appartenenza che sono i network sulle nostre spalle proprio come chi barcolla porta la propria casa sulle spalle. Sono tutti intorno a noi e la differenza tra il network e il gruppo di appartenenza consiste nella facilità di cambiare la composizione del network. Non è, invece, possibile cambiare la composizione di una famiglia o di una nazione o di una chiesa a cui si appartiene. È lì e non potete manipolarla. Il Network è qualcos’altro. Voi potete aggiungere e cancellare i membri del vostro network che dipende dalla vostra propria scelta, niente è necessario, niente inevitabile, voi mantenete la vostra scelta di manovrarlo. Se volete esempi più semplici, pensate al cellulare che avete in tasca: c’è una rubrica telefonica in ogni cellulare, voi potete aggiungere i nomi sul telefono ed essi diventeranno membri del vostro network e voi potete cancellare le persone a cui non volete chiamare più e di cui non volete avere più le chiamate. Un altro esempio è Facebook, probabilmente molti di voi lo visiteranno su Internet. È un altro esempio di network, qualcuno su Facebook oggi può mettere fino a cinquemila amici. Ai vecchi tempi, ai tempi dei nostri padri o dei nostri nonni, le persone non pensavano di poter avere cinquemila amici nello spazio di una vita, ma ora è così facile farlo, voi potete aggiungere al vostro network o rimuovere da esso. Le persone oggi immaginano uno stato felice, desiderano più felicità, questa è la natura umana, fin dai tempi antichi, in questo senso i nostri contemporanei non differiscono molto persino dai nostri antichi predecessori. Noi siamo convinti, a differenza dei nostri antenati, che la felicità è alla portata umana. Possiamo ottenerla, è un nostro diritto cercare di ottenerla. Noi possiamo vivere la nostra vita con lo scopo di rendere noi stessi più felici. Ma per fare così, nei nostri tempi liquidi moderni, le persone pensano, in gran parte, non tanto alla Libertà - Uguaglianza - Fraternità ma alla Sicurezza - Parità - Network. Per la felicità noi abbiamo bisogno delle tre cose, queste tre difficili cose, ognuno soffrirebbe se fosse privato di una di loro. (...) Ciò che sto dicendo, ciò che vi ho detto, non è la descrizione della felicità, non è una strategia di comportamento. Non è un auspicio per qualcosa già accaduto. Io sto semplicemente descrivendo le tendenze contemporanee e lascio, completamente, a voi valutarle. Ciò che vi piace o no, che non siete necessariamente inclini ad accettare (...) Non c’è nessuna ragione per supporre che la presente diagnosi perderà il suo valore in breve tempo e sarà sostituita da altre tendenze, come potrebbe accadere. La storia umana tende a essere irregolare (frammentaria, discontinua, imprevedibile), i cambiamenti più importanti della condizione umana vengono come una regola, io ho annunciato che i risultati erano imprevedibili, erano il risultato di molte decisioni, prese da molte persone diverse in posti diversi. Così io non sto suggerendo che la versione della formula trinomina durerà per sempre. In sessant’anni circa di studi sociologici, sono pervenuto a una conclusione: il progresso della storia non è una linea dritta, ci ricorda piuttosto un pendolo respinto dagli estremi delle nostre proprie condizioni. Noi cerchiamo di riparare muovendo nella direzione opposta ma, più vicino siamo all’altro estremo più l’energia potenziale si accumula dentro di noi per farci tornare indietro nell’altra direzione. La reazione, una possibile reazione, alla lotta dei nostri nonni e padri a favore di una maggiore libertà e sicurezza, la nostra reazione a essa è sognare più sicurezza perfino a spese di una parte della libertà. Chissà cosa i nostri figli o i nostri nipoti penseranno a proposito di tutto ciò. Può anche darsi, per esempio, che vorranno dire: ne abbiamo abbastanza della sicurezza costrittiva, basta con questa vuota Parità che non ci dà una reale uguaglianza, e basta con questi network che sono facilmente manipolabili e anche fragili e inaffidabili. E torneremo indietro rispetto a dove i filosofi dell’Illuminismo volevano che andassimo?
Il Mattino 15 novembre 2009
domenica 15 novembre 2009
Libertà/Sicurezza Eguaglianza/Parità Fratellanza/Network
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Giustifico lo sgomento dinanzi al proliferare delle reti sociali solo per i nostalgici e i luddisti da tecnologia.
RispondiEliminaIo uso, conosco e studio le potenzialità comunicative della rete per ragioni professionali e ho notato che tendono in genere ad accentuare il narcisismo autoespressivo degli individui.
Ma non più di quanto non accada nelle comuni interazioni personali, dove addirittura il culto della personalità di pochi asserve il gruppo ai bisogni del leader.
Gli aspetti positivi dei SN sono l'enorme quantità di informazioni multimediali che vengono buttate da tutti in bacheca.
La bacheca é un'agorà che tutti possono modellare a piacimento, nascondendo le notizie di chi non vogliono sentire.
Sta sostituendo la fonte informativa, diventando una redazione collettiva dove tutti hanno diritto di scrittura e di partecipazione, ma sono giustamente pochi quelli che hanno qualcosa da dire di sensato e utile.