venerdì 27 novembre 2009

Nomadi urbani

Oggi e domani a Napoli (Maschio Angioino) «Verso il 2010, anno europeo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale»
La Rappresentanza in Italia della Commissione europea organizza, con il Comune di Napoli e la Regione Campania, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, un Forum della società civile, dedicato alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Sul Manifesto del 26 novembre una intervista a Guy Standing (ndr presente al convegno napoletano), docente di sicurezza economica all'università di Bath e co-presidente del Bien (Basic Income European Network), l'associazione non governativa che promuove a livello mondiale il reddito di base.(Grazie ad Enrica per la segnalazione). L'intervista dice tante cose tutte interessantissine, sul  precariato, il controllo sulla formazione,  la dequalificazioni dei lavori, le nuove sogettività, le prospettive della politica progressista, la politica del paradiso:"Il precariato è formato da «nomadi urbani» che vivono la propria identità dentro una contraddizione. La politica progressiva deve saperla affrontare. Deve proporre una nuova politica del paradiso."
Il cantiere si sta occupando di Basic Income e di povertà ponendosi molte domande (a partire dal quando ci riuniamo per discuterne considerato che abbiamo fissato già tre volte una data senza riuscirci): come chiamarla questa cosa e come intenderla, come misura di contrasto alla povertà o come l'affemazione di un diritto universale e fondamentale, di libertà, giustizia, cittadinanza che riguarda tutti e libera tutti dai vincoli del lavoro e del guadagno dell'economia di mercato (ma restando sostanzialmente dentro se è vero che il basic è un income e che i rapporti sociali che lo "assicurano" non sono chiari fuori dai noti rapporti di produzione)? L'assolutezza leggera della posizione basic incom spaventa leggermente sotto il profilo teorico e come politica. Sentiamo di non avere ancora possesso di un orizzonte che sia altro da quello che abbiamo e che sentiamo ci appartiene anche quando lo rifiutiamo, tanto da volerlo distruggere (prima che ci distrugga). Ma il desiderio di incamminarci su questa strada "assoluta" e "leggera" sembra destinato a diventare altrettanto inevitabilmente vero, nostro, giusto, necessario, se solo ci rivolgiamo e ci guardiamo intorno e solo ci guardiamo diritte/i dentro. Leggendo l'intervista ritornano i collegamenti con "Immagina che il lavoro" e il riferimento forte di Guy Standing al tema della cultura e della scuola ci rinvia ancora una volta al discorso su Chance. E tutto quello che nell'intervista si afferma ci conferma....
Nello stesso numero del Manifesto, infine, c'è anche un prezioso saggio di Guido Rossi sulla globalizzazione, dal titolo "La paura che nega il diritto" che si conclude così "Questo è comunque ciò che è diritto per noi: per gli individui che vogliamo essere e la comunità in cui vogliamo vivere».

ps prometto che con la tredicesima comprerò l'abbonamento a Carta, al Manifesto e alle riviste della Libreria delle donne di Milano.

1 commento:

  1. Non penso come te che la proposta basic incom sia tale da “spaventare leggermente sotto il profilo teorico e come politica” perché come dici “sentiamo di non avere ancora possesso di un orizzonte che sia altro da quello che abbiamo e che sentiamo ci appartiene anche quando lo rifiutiamo, tanto da volerlo distruggere (prima che ci distrugga)”, tra l’altro nei quesiti che poni alcune righe più sopra nel post avverto una leggera contraddizione con l’immagine di un orizzonte altro. Nel corso del Forum, ho avuto modo di scambiare qualche fuggevole parola con Andrea Fumagalli che è uno dei sostenitori italiani del basic income, nonché vicepresidente del Bin Italia, e mi è parso di capire che, come spesso ci accade ultimamente, le posizioni di chi ha scelto lo slogan “Immagina che il lavoro” e chi invece “Immagina che il reddito” non siano poi così lontane. Il punto è che, per quanto mi riguarda almeno, ne sappiamo ancora poco e occorre al più presto (e con cura) approfondire l’argomento, come stiamo tentando di fare col cantiere, anche a partire dallo studio dei saggi contenuti nel libro “Reddito per tutti” che entrambe abbiamo acquistato in occasione del Forum. Inoltre, il Fumagalli mi ha confessato che ama molto Napoli (il suo caos e anche il traffico….bontà sua!) e che sarebbe ben lieto di partecipare a qualche nostro incontro. Quale occasione migliore quindi per preparci, proponendogli una serie di quesiti di natura più teorica che ci aiutino, al di là della verifica di fattibilità di una proposta in linea col basic income per la Campania, a comprenderne meglio tutte le implicazioni.

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