venerdì 13 novembre 2009

Nessun dorma!

"(...) La seconda decisione che affronterebbe il grave problema della disoccupazione è quello di non concedere nessun sussidio se non in contropartita di un servizio reso allo Stato. (...) Questa soluzione richiede la riorganizzazione della rete di assistenza sociale collegandola con gli infiniti bisogni delle diverse articolazioni dello Stato. In breve, per una serie di ovvi motivi non ci dovrebbe essere un pranzo gratis.(il neretto è nostro ndr) Non è un ritorno ai lavori socialmente utili che richiedevano maggiori spese, ma solo l'aggancio delle attuali spese a una politica di governo che tenga impegnati i lavoratori assistiti per vari motivi e soddisfi i molteplici bisogni insoddisfatti dello Stato, dalla scuola alla rete culturale e alla stessa magistratura (...)."
Sono stralci di un articolo di Paolo Savona (Il Mattino 11 nov 2009) dal titolo "Le risposte ai disoccupati". Non si comprende chi siano i sussidiati a cui Savona si riferisce, poichè i disoccupati che percepiscono redditi in Italia sono soltanto coloro che beneficiano della indennità di disoccupazione e gli occupati sospesi dal lavoro che percepiscono la cassa integrazione guadagni. Sono solo una parte minoritaria di coloro che perdono un lavoro, e i redditi di cui beneficiano provengono dai contributi assicurativi versati dalle imrpese e da tutti i lavoratori. Non si tratta di sussidi ma dei redditi di un sistema "assicurativo" o previdenziale (nel caso dei cassintegrati) che non prevede contropartite per il semplice fatto che è già stato "pagato". Continua...


Mentre ci domandiamo come sia possibile che l'Inps abbia un attivo di oltre un miliardo mentre decine di migliaia di lavoratori che hanno perso un lavoro non hanno alcun sostegno al reddito, qui si parla di "contropartite". E probabilmente ci si riferisce a una "disoccupazione intellettuale" quando si prospetta la possibilità di utilizzarla forzatamente nelle scuole, in attività culturali, nella magistratura. Non ho parole.
Mentre ragioniamo di misure che contrastino la povertà e di strumenti di welfare capaci di distinguere tra assistenza, previdenza e politiche di sostegno all'occupazione, di misure utili a ridurre il danno prodotto dagli squilibri e dai fallimenti del mercato (e non solo), in particolare dal mercato del lavoro, in particolare in realtà come quelle della Calabria, Canpania, Puglia, Sicilia, dove povertà e sottoccupazione dilagano, una voce si leva e grida "non ci dovrebbe essere un pranzo gratis". Nauseante e rozza idea di dare da mangiare.
Un'idea che, insieme a quella che nessuno in Italia muore di fame, ci porta a considerare i temi della nostra vita, della nostra cittadinanza, della disoccupazione e della povertà come questioni di pancia, nella nostra ricca e moderna Italia. Dove sono le persone? le condizioni delle famiglie? i diritti? Alla mercè di chi? I problemi delle famiglie vengono da chi mangia gratis (ma poi chi mangia gratis?) o da quanti con fatica riescono a malapena a mangiare, non hanno più come fare studiare i propri figli, tenere in piedi casa e famiglia, pagare debiti, comprare vestiario, anche quando lavorano, anche quando ricevono le indennità, anche quando sopportano il lavoro nero e il ricatto di perdere il lavoro?
Il colmo è che al suo illuminato discorso sulle risposte ai disoccupati Savona ci arriva dopo un articolato ragionamento sull'Unione Europea e sul fallimento dell'obiettivo di unificazione politica, culturale, sociale, degli stili di vita della nostra Europa. Faremmo bene a riflettere su come possa fare ad unirsi e a crescere una comunità d'Europa nella quale si pensano e si dicono ancora cose così.
Ma Paolo Savona qualcosa di utile la dice con chiarezza, quando afferma che non possiamo farci illusioni su una ripresa dell'occupazione e che : "Se continuiamo a proporre o negare nuove forme di assistenza alle imprese e alle famiglie con decisioni avventate sulla pressione fiscale non ne usciremo mai fuori". E dunque mani avanti sulla disoccupazione che avanza, che preoccupa, che richiede risposte. E dunque "nessun pranzo sia gratis" e "aux armes i fratelli d'Italia". E' l'Italia di destra che s'è desta. Aggiungerei "Nessun dorma", stanca da morire!.

L'intero articolo di Paolo Savona sul sito de Il Mattino qui e qui
sv

1 commento:

  1. Sono stata davvero fortunata a non aver letto, a differenza di Susi, l’articolo di Savona sul Mattino. Non c’è giorno che non si legga sui giornali, o si ascolti in tv, qualcosa che ti fa ribollire il sangue e quando qualcuna te la puoi risparmiare riesci ad arrivare a sera meno avvilita. Capisco il furore di Susi e aggiungo che quando a sostenere simili idee è uno studioso che dimostra però di sapere molto poco di quello di cui sta parlando, ti cascano davvero le braccia. Continui il Prof. Savona ad occuparsi di sistemi monetari internazionali che forse (ma non so…) è meglio. A parte tutto (perché non vale neanche la pena di entrare nel merito, oltre quello che ha già detto Susi, di argomentazioni così grossolane) l’esemplificazione della sua idea col riferimento al pranzo gratis è veramente di pessimo gusto. A questo mi viene di aggiungere che un/a disoccupato/a, a cui non vengono date opportunità dignitose di lavoro, dovrebbe avere diritto in quanto persona non solo al pranzo, ma ad un reddito che gli consenta di mantenere se e la propria famiglia, di far studiare i propri figli, di fare scelte ragionevoli per il proprio futuro, senza dover cedere a nessun ricatto né del mercato né tantomeno dello Stato.

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