mercoledì 23 aprile 2008

I contenuti e le forme

Roberta Lisi

Una delle migliori analisi sulla recente sconfitta elettorale l’ho ascoltata in televisione, non in una delle ormai ripetitive trasmissioni di approfondimento, ma in una frettolosa inchiesta del Tg3 sulle ragioni del voto alla Lega. Una donna di Brescia (ricca città lombarda, fiore all’occhiello del centro sinistra che per un decennio, forse più, l’ha amministrata avremmo detto bene fino a questo 14 aprile che l’ha riconsegnata al centrodestra), figlia di un operaio che aveva fatto scioperi e lotte per conquistare condizioni di lavoro in fabbrica umane e il diritto alla pausa per mangiare, raccontava che lei, invece, per poter lavorare aveva dovuto accettare 6 euro l’ora di salario per otto ore al giorno, tutte continuate senza fermarsi mai neanche, appunto, per mangiare. Certo, diceva, è colpa dei padroni che te lo impongono, ma è anche colpa degli immigrati che accettano condizioni di lavoro per noi, fino a poco tempo fa, inimmaginabili. Oggi se io voglio lavorare, concludeva, devo accettare poca paga e nessuna pausa. Allora, probabilmente, è anche per questo che abbiamo perso. Non abbiamo capito quella globalizzazione di cui, in fondo anche noi abbiamo per un tempo cantato le lodi per l’illusione di sviluppo e di benessere che artificiosamente si portava dietro promettendolo anche nelle parti di mondo dove la miseria e la povertà sembravano infinite, erano invece un abbaglio. Continua...

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