giovedì 30 ottobre 2008

a proposito del sondaggio

abbiamo proposto un sondaggio sulla richiesta di uno sciopero generale, un modo curioso e forse un poco antipatico di porre la questione e perciò apriamo anche questo post per raccogliere i vostri commenti. Se il sondaggio darà segnali di interesse potremmo proporre una richiesta più "formale" per esempio (ma solo per esempio) così:

al mio sindacato (qualsiasi esso sia di base, confederale, altro...),

quello che sta avvenendo sulla scuola e sull'università e, più in generale, il modo di disegnare il governo e il futuro del nostro paese suscita un forte dissenso e una grande preoccupazione. C'è una grave crisi economica in atto, siamo già da tempo duramente colpiti dalla perdita di potere d'acquisto dei nostri redditi da lavoro dipendente, sappiamo che arriveranno licenziamenti, cassaintegrazione, assistiamo ad una inerte risposta al crescere delle diseguaglianze, ad una distanza che aumenta nella ricchezza e nella qualità della vita tra il nord e il sud del nostro paese. Assistiamo ad un Sud affamato, preda della malavita organizzata, che legge Saviano con gli occhi velati di lacrime gelate. Ci sentiamo parte di quello che sta avvenendo e vogliamo essere attivamente parte di quell'italia migliore della destra che governa, ma anche della opposizione che sembra avere rispetto ma anche paura del nostro sentire, del nostro dissenso, della nostra indignazione, paura della nostra rabbia.
Pensiamo che si debbano sostenere con forza le ragioni della scuola pubblica, dell'università pubblica, degli insegnanti, dei dipendenti pubblici, degli studenti, dei genitori, dei precari, dei lavoratori, dei pensionati, degli immigrati, dei malati, dei rom, dei nomadi, dei senzafissadimora, degli sfrattati, delle prostitute e dei transessuali, dei poveri, che si debbano cercare alleanze con i soggetti economici colpiti non solo dalla crisi ma da un'economia che si prende tutto e che va contro il benessere comune, e dunque contro la grandissima maggioranza anche dei lavoratori autonomi, degli artigiani, dei commercianti, dei piccoli imprenditori, dei medici, degli ingegneri, degli architetti, dei giornalisti, dei giudici, e anche dei carabinieri, dei vigili urbani, dei soldati.
per questo pensiamo ad uno sciopero generale che sia fissato da qui a un mese e attraversato da una vera partecipazione popolare, da una vera unità sindacale, da un aperto confronto tra rappresentanze e cittadinanza, da una vera discussione su un solo e unico tema "il bene comune e il ruolo del pubblico a tutela dei diritti fondamentali al lavoro, all'istruzione, alla salute, alla casa e a un reddito di sussistenza". Per chiedere una democrazia e praticare una democrazia senza la quale l'italia e noi tutti saremo morti.

7 commenti:

  1. Sono d'accodo con l'iniziativa e con il post che la promuoverebbe. Farei qualche minimo cambiamento nel testo, ma nella sostanza va benissimo. Una sola locuzione mi ha creato un certo disagio "reddito di sussistena", perchè non parlare di un reddito dignitoso?

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  2. Avete chiesto un commento sincero e provo a darlo.

    Lo sciopero generale è una cosa grossa, alla quale si ricorrere in casi estremi e con una lunga ed accorta preparazione, cioè se il clima cresce nel paese ed arriva al calor bianco. Oggi la prima condizione - il caso estremo, cioè una situazione gravissima - c'è. La seconda no. Non facciamoci illusioni: non è vero che il paese sia migliore dei governanti. Questi governanti portati all'apice delle cariche politiche ce li ha mandati questo paese. Non un altro. Non tutto, è vero, ma buona parte sì. E l'altra parte, quella che non ha votato a destra, veramente è tutta molto diversa dalla prima? Non mi sembra. E' solo una minoranza che per struttura mentale e morale è assai diversa.
    Da questa minoranza bisogna ripartire. E' questa (e per ora non lo sta facendo abbastanza)che dovrebbe mobilitarsi per dare contenuti, valori e ispirazioni ai processi reali che si muovono nella società. Perché è vero che nella società c'è movimento, ma non è detto che solo perché ci
    si muove gli obiettivi ed i contenuti che si propongono siano quelli giusti. Prendiamo la cuola, che in questi giorni è sbattuta in prima pagina. La protesta è sacrosante e non devo spiegarne le ragioni; ma bisognerebbe riempirla di contenuti e indirizzarla verso obiettivi che non siano solo di conservare i posti di lavoro e di opporsi ai tagli, ma quelli di un riforma vera e profonda della scuola e dell'università che
    non possono essere difese per lasciarle così come sono, ma difese per trasformarle. Se non maturano questa consapevolezza e questa volontà (e la scuola, l'ho detto, è solo un esempio) lo scipero generale mi sembra
    una fuga in avanti estremamente rischiosa.Ruischiosa perché oltre a fallire potrebbe produrre un soprassalto d'ordine.
    Non voglio fare dell'allarmismo, ma lanciare un allarme sì. Ieri a Roma in piazza Navona si è avuta una prima applocazione della ricetta Kossiga (le s di cui dispone la mia tastiera sono solo queste normali, chi legge le sostituisca nella propria mente, per favore alla vecchia maniera). L'ha dettata in un'intervista di uno o due giorni prima: infiltrare agenti di polizia pronti a tutto (ha detto ptorpio così) in funzione di provocatori e quando il livello degli scontri arriva al punto giusto intervenire con vigore in modo che le sirene delle autoambulanze siano più forti di quelle delle auto della polizia (ha detto proprio così) avendo il consenso dell'opinione pubblica.
    Dobbiamo agire con fermezza e però anche con ponderazione. Il regime non c'è, forse. Ma può venire.
    Nino Lisi

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  3. Sono d'accordo in linea di massima con i contenuti del post, potrei suggerire piccole variazioni che non ne modificherebbero la sostanza. Sono perplessa sul destinatario.
    Oggi credo nella mobilitazione delle persone. Mi piacerebbe molto sentirmi rappresentata, e vorrei poter chiamare i miei rappresentanti a mobilitarsi con me. Il fatto però è che oggi non mi sento rappresentata, men che meno dal sindacato. E mi manca.
    Giovanna D'Alonzo

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  4. uà ben tre commenti!! un successo inedito per questo blog (nonblog) e tutti e tre con idee diverse, ma, credo, tutte che ci appartengono. Solidarizzo molto con Giovanna, seppur ostinatamente attaccatta alla "mia cgil"!
    e credo che Nino abbia molto ragione sul rischio del momento; io pensavo a un percorso meno tradizionale di sciopero generale, che mettesse in moto un confronto e un contatto tra parti, persone e rappresentanze, più che al classico scipoero sindacale che comunque sarebbe secondo me e con tutte precauzioni opportune, alquanto necessario.
    susi

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  5. Salve a tutti e buon lavoro ai blogger dell'ANapoli.

    Rispetto a quello che sta accadendo in Italia, mi regolo accettando il fatto che la democrazia assicurata dalle istituzioni della nostra fu Repubblica sono in mano ad una dittatura mediatica nella più comune tradizioni dei paesi dell'Amerika latina, dei Balcani, etc...

    Per me assumere questa condizione significa capire che è necessario prendere delle contromisure da resistenza civile a favore di quegli strumenti di lotta inconsueti ed estranei alla corruzione istituzionale vigente.

    Mi ricordo ad esempio che con degli amici in occasione delle elezioni amministrative puteolane si pensava di coinvolgere - che dico - 400/500 (ma forse anche di più) persone di un quartiere della città e di annunciare ai commercianti che per una settimana i consumatori li avrebbero abbandonati per protesta, privandoli del loro introito. In realtà, la crisi ci ha soffiato l'idea :)), ma non credo che una soluzione di questo tipo, per di più annunciata sarebbe passata indifferente ai boss locali.
    Per esempio, si potrebbe andare a fare la stessa cosa chiedendo simbolicamente asilo a più ambasciate, come se un gruppo di cittadini delegati dai più (magari con una petizione su internet grazie alla quale fare comparire tutti i nomi dei partecipanti) volesse gridare ad altre nazioni la sensazione di pericolo.

    Insomma io condivido il bisogno di una reazione popolare di più ampio respiro, anche se nutro qualche dubbio sulla soluzione dei sindacati.

    E poi concordo con quanto si diceva sulle motivazioni al forte consenso che lega ancora i votanti del governo in carica ai suoi rappresentanti. E' un paese di vecchi che non può avere un futuro, ma che lo nega ai suoi figli scegliendo di non scegliere, rinviando l'appuntamento con la Mietitrice, trascinando tutti in uno dei duecento canali della cloaca mediatica.

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  6. Non voglio farla lunga: ero a Roma giovedì, e ho ancora sulla pelle la voglia altrui (la mia è scontata, sono un "reduce" dei magnifici '60) di esserci e di contare, con un coraggio e un calore che va ben oltre le sigle e i modi delle vecchie politiche.
    Compito dei dirigenti dai capelli bianchi capire e intercettare questa voglia di protagonismo: lo so che fare sindacato è arte della mediazione, ma grido con giampiero sciopero generale nazionale CONTRO, perchè al fascismo si può solo dire NO. Non si può parlare con i sordi, ed ha ragione Faber: oltre al cuore, hanno il cervello troppo vicino al buco del culo.

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  7. Sono d'accordo con la proposta del sondaggio e con qualunque altra forma di democrazia partecipata per poter far sentire la nostra voce.L'unico timore, purtroppo fondato su di una certezza, è che, nonostante i nostri dissensi e gli inviti ai cosiddetti potenti all'ascolto delle nostre richieste e esigenze, le nostre rimostranze rimarranno comunque senza risposta, come lettera morta.Temo che, in fondo, il concetto di democrazia stia divenendo sempre più debole e che le nostre forme di partecipazione alla vita politica e sociale stiano perdendo il loro valore e le loro funzioni originarie. Sciopero generale sì, ma credo serva soprattutto una richiesta forte di confronto e di dialogo diretto con chi ha il compito e la delega a legiferare sul nostro futuro.
    Angela Diodato

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