No al pacchetto sicurezza: colpire i più deboli non rende sicura la città
Comunicato di Gesco
giovedì 18 settembre alle ore 15.00 a Napoli, presso la sede di Gesco (via Vicinale S. Maria del Pianto n. 61, complesso Inail, Torre 1, 9° piano), il consorzio, insieme a Dedalus, M.I.T. Napoli, Priscilla, Cantieri sociali, Associazione Transessuali Napoli, ha promosso un’incontro pubblico per discutere del pacchetto sicurezza proposto dall’Amministrazione comunale e delle iniziative per contrastarlo.
Purtroppo si è appreso in questi giorni dai giornali locali che anche l’Amministrazione cittadina, su proposta dell’Assessore Scotti, non avendo evidentemente nient’altro da proporre ai cittadini per farli sentire più sicuri, se la prende con gli ultimi e i più fragili, rendendo ancora più precaria la loro esistenza.
La cifra dell’insicurezza a Napoli è la mancanza di lavoro, la diffusione di un sistema sempre più clientelare, la debolezza del sistema di welfare, il traffico barbaro che non rispetta le persone, la rabbia e i conflitti che nascono da situazioni di povertà materiali e relazionali.
Prendersela con i writers, con i senza fissa dimora (quando poi il Comune non è in grado di dare loro ospitalità), con le prostitute e i loro clienti, con chi ai semafori chiede qualche briciola del nostro benessere, significa essere forti con i deboli continuando ad essere deboli con i forti, non avere progetti per la città, scaricare sui più sfortunati responsabilità che non sono loro.
Le politiche di sicurezza devono certamente prevedere interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza e ad ogni forma di crimine, ma soprattutto devono prevedere politiche concrete per il lavoro, il rafforzamento e la stabilizzazione del sistema di welfare, la realizzazione di nuovi spazi pubblici, l’apertura di centri di aggregazione per i giovani, l’attivazione di progetti di accoglienza, di mediazione sociale e dei conflitti.
Soltanto città solidali ed accoglienti sono sicure. Le città cattive sono, invece, spesso incivili ed insicure.
La cifra dell’insicurezza a Napoli è la mancanza di lavoro, la diffusione di un sistema sempre più clientelare, la debolezza del sistema di welfare, il traffico barbaro che non rispetta le persone, la rabbia e i conflitti che nascono da situazioni di povertà materiali e relazionali.
Prendersela con i writers, con i senza fissa dimora (quando poi il Comune non è in grado di dare loro ospitalità), con le prostitute e i loro clienti, con chi ai semafori chiede qualche briciola del nostro benessere, significa essere forti con i deboli continuando ad essere deboli con i forti, non avere progetti per la città, scaricare sui più sfortunati responsabilità che non sono loro.
Le politiche di sicurezza devono certamente prevedere interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza e ad ogni forma di crimine, ma soprattutto devono prevedere politiche concrete per il lavoro, il rafforzamento e la stabilizzazione del sistema di welfare, la realizzazione di nuovi spazi pubblici, l’apertura di centri di aggregazione per i giovani, l’attivazione di progetti di accoglienza, di mediazione sociale e dei conflitti.
Soltanto città solidali ed accoglienti sono sicure. Le città cattive sono, invece, spesso incivili ed insicure.
Nessun commento:
Posta un commento
Inserisci qui il tuo commento