Sono un’appassionata di sport e per me le Olimpiadi sono un evento da non perdere, nel senso che cerco di seguire (malgrado gli orari impossibili!!!) tutte le gare, anche quelle degli sport cosiddetti minori, a volte le più entusiasmanti. Eppure in quest’occasione sono tante le perplessità che ne accompagnano la visione. Lo spettacolo di una Cina tra diritti negati, censure mal celate e striscianti, carri armati all’ingresso degli stadi, bambine tenute nascoste perché hanno i denti storti, giornalisti malmenati, ecc. E poi una guerra che scoppia proprio in questi giorni, dando uno schiaffo all’Ekecheiria la più sacra delle tradizioni dei giochi olimpici, quella che vorrebbe la sospensione di tutti i conflitti in corso, valida non solo nell’antichità ma anche in epoca moderna (dal 1992 il CIO in occasione di ogni Olimpiade chiede ufficialmente alla comunità internazionale, con il supporto dell'ONU, di osservare la tregua olimpica. Il summit del Millennio tenuto a New York nella sede delle Nazioni Unite nel 2000, con più di 150 capi di stato e di governo convenuti, adottò la "Dichiarazione del Millennio" in cui è incluso un paragrafo sulla "Tregua olimpica", da Wikipedia, sic!). E ancora, ci sono i record polverizzati nel nuoto e la domanda che solo alcuni si pongono: è possibile che siano dovuti solo ai costumi di ultima generazione? E che dire delle foto agghiaccianti del sollevatore di pesi ungherese Baranyai che si spezza un braccio in gara. Non so, sarà l’età che avanza, ma pur rimanendo incollata al televisore, non riesco a gioire come una volta!!! D’altra parte una simile manifestazione non può certo sfuggire alle regole che dominano, ahimé, il mondo contemporaneo.
Paola Clarizia
mercoledì 13 agosto 2008
Queste Olimpiadi
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