giovedì 14 agosto 2008

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NDR Mi sembra che questo pezzo, insieme a quello di Asor Rosa opportunamente segnalato dal nostro carissimo Giampiero, stiano veramente bene nello spazio aperto del nostro cantiere, non vi pare?

Un luogo per riannodare i fili a sinistra
di Vincenzo Vita*

E’ difficile sottrarsi al fascino indotto da ‘un progetto che riunisca’, sollecitato domenica scorsa da Rossana Rossanda su queste pagine. Il concentrato di cose, di eventi, di crisi delle economie e delle soggettività è stato talmente forte, negli ultimi mesi, da creare un vero e proprio spiazzamento. Come è dopo le sconfitte non previste in qualità e dimensione, o non sufficientemente elaborate nei loro effetti. Certo è imbarazzante prendere atto che nell’Italia della sinistra più forte d’occidente e della cultura politica maggiormente sofisticata abbia vinto per la terza volta Berlusconi. Meglio, il berlusconismo, costituito da un intreccio di populismo e di pulsioni autoritarie. Un peronismo mediatizzato. Un pezzo di quel fenomeno postliberista che è stato chiamato surmodernità’. Ipermodernità.
Di tutto questo quanto si è capito nel corso degli anni? Sono tra coloro che scelsero di rimanere nel Partito democratico, contribuendo a dare vita all’ipotesi di una sinistra ’interna-esterna’alla costruzione di un soggetto politico nuovo, in cui avesse cittadinanza e ruolo una sinistra, appunto. Ora,di fronte al curioso dibattito estivo in cui diversi esponenti del Pd, così rigidi sulla necessità di costruirlo un tempo e curiosamente dediti a sfrangiarlo, molto sarà da considerare. Tuttavia, non è né immaginabile né utile dare per persa, sulla via di un inesorabile moderatismo ,una forza rappresentativa di un terzo dell’elettorato, continuando a ritenere –ecco il punto- che ‘sinistra’ sia un territorio definito, un recinto consegnato dalla tradizione, un luogo fisico. Lo è anche, ma è ben riduttivo immaginare che cominci e si esaurisca lì. E’ auspicabile, anzi, che la sinistra risorga nella sua pluralità di esperienze, di tendenze e di opportunità organizzative. Come sarà mai possibile, altrimenti, riannodare i fili di un tessuto così strappato? Ai limiti del Pd non ha fatto da pendant la vicenda della ‘Sinistra arcobaleno’? Con tanta amarezza, ma con l’urgenza di ricominciare facendo tesoro degli errori. Del resto, nel Pd il dibattito è aperto proprio su questo punto: se riprendere il confronto con la sinistra, ovvero volgersi verso l’Udc. E’ un riassunto probabilmente troppo breve, ma la sostanza è questa. E per perseguire la strada di un centrosinistra rinnovato servono scelte impegnative sulla pace, sull’ecosistema rompendo con la logica della sviluppo quantitativo legato al Pil, sul lavoro contro la precarietà, sulla laicità delle istituzioni,
sulle libertà e sui diritti. Serve una straordinaria battaglia ideale, sociale, morale. Se ci si dà una mano, verosimilmente l’opposizione al governo sarà più efficace. Così come è essenziale un pieno ritorno in scena dei movimenti, a partire dagli studenti e dagli insegnanti, contro i selvaggi tagli messi in atto dal governo, che peraltro ha provveduto a togliere a tutti salvo che agli affaristi e agli speculatori. In tale prospettiva è importante che diventi un riuscito appuntamento delle opposizioni la manifestazione indetta per il prossimo 25 ottobre.
E’ necessario, però, che si trovi un luogo politico in cui confrontare idee e pratiche di sinistra. Un progetto può riunire se ci sono occasioni per parlarsi, per evitare la rassegnazione o la pura autocritica. Esistono diverse strutture, dal Centro per la riforma dello stato alla associazione ‘A sinistra’ che si è proposta per dialogare con chi sta nella ‘terra di mezzo’. Perché non costruire una rete , un laboratorio per volgere in positivo l’insufficienza della vecchia forma-partito? Nel quale mettere un po’ di contenuti sotto i titoli generali dei problemi?

* Il Manifesto – 12 agosto 2008
da Articolo21

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