venerdì 25 luglio 2008

sulla vertenza "Il welfare non è un lusso"



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Repubblica - Napoli

La polemica
Sul Welfare il Comune non mantiene le promesse
di Giovanni Laino

La Regione ha approvato iniziative selezionate dal parco progetti per più di un miliardo di euro del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (quasi tutto per interventi materiali). Entro settembre le principali istituzioni locali dovranno sottoscrivere l´accordo di programma per l´uso dei 250 milioni per gli interventi nel centro storico, molte altre risorse sono impegnate o in via di destinazione per i Pit, il porto e altre aree nevralgiche della città.

Tutto bene, grandi opportunità per galvanizzare l´economia locale e la produttività degli attori. Anche il prestito ottenuto dalla Regione da parte della Banca europea degli investimenti è una buona cosa perché si propone di tener conto delle difficoltà del rimborso degli anticipi. Proprio su questo infatti oggi in città vi è una crisi grave, che vede le tesorerie della Regione e del Comune che si destreggiano e alcune imprese già in liquidazione. Da tempo mi sono convinto di una regola che questo stato di cose impone: ogni cento euro di fondi strutturali, nelle mani dei beneficiari finali valgono poco più di sessanta euro, posti le diverse famiglie di vincoli da rispettare e soprattutto i ritardi delle erogazioni. Per i servizi sociali in città la situazione è abbastanza grave.

La vertenza degli ultimi mesi fra organizzazioni del terzo settore e Comune di Napoli ha visto da parte dell´assessore Giulio Riccio un insieme di promesse, di mediazione rispetto alle richieste del comitato “Il Welfare non è un lusso”, che, fra rinvii e riduzioni, sono state poi sostanzialmente disattese. Rispetto ai circa trenta milioni di debito il Comune ha promesso di pagarne almeno venti entro luglio consentendo poi la cessione del credito a una banca per altri debiti non ancora onorabili.

A oggi si sa solo di un elenco di pagamenti per meno di cinque milioni, di cui comunque non è certo l´incasso entro luglio. Questo significa che il lavoro realizzato negli ultimi otto mesi e oltre, insieme a quello per i progetti finanziati con i fondi della legge 285/87 (bloccati dalla Ragioneria dello Stato), accanto ad alcune quote dei progetti finanziati da altri enti, resta a tutt´oggi non pagato. La possibilità di cedere parte dei crediti risulta svanita e quindi, dopo una estate tutt´altro che serena, a settembre troveremo gli esiti di questa deriva che produce una situazione gravissima per diversi enti. In altri casi poi il Comune non eroga i soldi pur versati dalla Regione per progetti specifici, mentre le imprese sociali che hanno realizzato i detti progetti devono affrontare le vertenze che ormai alcuni dipendenti fanno attraverso i propri legali, per ottenere il dovuto.

L´insieme del comportamento del Comune è in forte contraddizione con un processo di razionalizzazione e rilancio dei servizi che l´assessore Giulio Riccio e l´Amministrazione hanno approvato sulla carta e dicono di voler sostenere operativamente.

Si possono fare annunci, ci si può destreggiare nel breve periodo facendo promesse e dando numeri, ma alla fine l´evidenza delle condotte emerge agli occhi di tutti, insieme al quadro delle responsabilità di quello che accade.

Da subito occorre porre la questione dei flussi finanziari, soprattutto per i servizi alle persone svolti da imprese non profit, che hanno la necessità di interventi di accesso al credito i cui costi non possono essere internalizzati dalle imprese sociali. È necessario quindi uno scatto di serietà e rigore innanzitutto da parte dei referenti istituzionali, come pure dei responsabili delle imprese che non sempre hanno la lucidità di prevedere i rischi cui si sono esposti.

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