dal sito dell'ADUC qui. Segnalato da Paola e veramente carino!
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E allora, che fare? Dobbiamo davvero scontare la condanna a mantenerci con la faccia scura e ad essere sempre e solo pronti a digrignare i denti, atteggiando la bocca, al massimo, a una smorfia sogghignante? Dobbiamo davvero rassegnarci a non avere più il sano senso dell’umorismo e a sostituirlo con l’amaro, bilioso sarcasmo? Vogliamo davvero non sorridere più?
No, io non voglio rinunciare a sorridere –in tutti i sensi del termine: sorridere alle persone e alle cose, e sorridere delle situazioni e anche di me stessa, per il semplice fatto che ciò mi fa stare meglio e mi fa affrontare la realtà con un respiro più largo –quello della vita.
E’ così che mi posso impegnare in un’azione concreta per tentare di dare un altolà a una situazione che giudico grave e, nello stesso tempo, guardarmi con quel minimo di distacco necessario a non prendermi sul serio al 100%. Mi aiuta, al momento giusto, e mi diverte un sacco, il raccontare le mie gesta in sciamannatissimi “ottonari”, come quelli che si possono leggere qui sotto e che risalgono a circa un mese fa.
(Continua...)
L’oggetto del contendere con la sindaca mi pare chiaramente espresso dai nobili versi che seguono, ma, per chi legge un po' di fretta, posso riassumerlo così: in un piccolo parco pubblico, dove si trova un bell'albicocco, si apre un cantiere per il ripristino di un edificio adiacente, e, vicino alla pianta noto, con raccapriccio, che sono state gettate le basi per installare la gru. Un muratore mi conferma che dovranno tagliare dei rami dell'albero e io scrivo alla sindaca una e-mail, pregandola di affidare la cura della pianta a un esperto giardiniere, ma la signora non risponde. A quel punto riparto, citando l'ADUC e inviandole la poesia di Bertolt Brecht Primavera 1938 (vedere la noterella del 15 marzo 2008), ricordandole, dato che è anche di centrosinistra, che, se lui, esule in Danimarca e impegnato a scrivere contro il nazismo e l’incipiente guerra mondiale, trovò il tempo per difendere da un’improvvisa gelata un giovane albicocco, poteva fare altrettanto anche lei che senz'altro aveva problemi meno gravi di lui. Il giorno dopo arriva l'e-mail dell'ingegnere del Comune che mi assicura che la pianta sarà scrupolosamente tutelata.
Ecco dunque questi nobili, alati, ispiratissimi versi…
E’ arrivato Lancillotto
già succede un Quarantotto.
Alla Sindaca rivolto
Or difende l’albicocco
Dall’assalto muratorio…
Non risponde la gaglioffa?
Lui attende un po’ di giorni.
Dopo quindici riparte,
Chiama Bertolt in aiuto
E all’attacco torna già.
Vuol di grazia la donzella
sul futuro della pianta
un suo verbo proferir?
Alla firma Lancillotto
ora aggiunge una postilla:
“Socio attivo son dell’ADUC
giovanotta, che ti credi?!
Non demordere è il mio motto
Mi vuoi dar soddisfazion?”.
Sarà stato questo o quello.
Puro caso essere può,
ma di fatto immantinente
la risposta or arrivò.
L’ingegnere del Comune
assicura l’attenzione
per la pianta minacciata
affinché indenne passi
dal lavoro nel cantier.
Or deposto ha Lancillotto
Elmo e lancia pel momento.
Ma se c’è bisogno ancora
È ben pronto a ripartir…
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