ci ha lasciato anche Carla Melazzini, maestra di strada. Il suo compagno Cesare Moreno dice parole che restituiscono emozione non solo a chi l'ha conosciuta e a chi le vuole bene, in questa narrazione che termina con:
"(...) Tutti ammiravano la sua forza, la sua ostinata determinazione ad affermare le cose semplici e lei non lo sopportava, non sopportava che gli altri avessero tanta fiducia in lei, non voleva autorizzare nessuno a farlo eppure lo faceva sistematicamente perché ogni volta dopo quelle che io chiamavo ‘ ventate di ottimismo’ - in realtà fosche previsioni pessimistiche – con poche semplici parole riprendeva il cammino ed era tanto più seguita quanto più aveva dubitato dell’opportunità di avanzare. E poi protestava: ma chi li autorizza ad avere fiducia?
La morte Carla è come la morte di una pianta millenaria, muta ed immobile testimone di avvenimenti che nella sua prospettiva sono effimeri ed insieme nutrita da quanto le accade intorno, dal passare delle stagioni, dal calore del sole, dalla forza della terra. Quando muore una simile pianta per molto tempo niente cresce nei solchi un tempo occupati da radici vitali, ma col tempo tutto si trasforma in nuova linfa vitale. Io spero per noi che questo accada e che quanti le hanno voluto bene possano continuare a nutrirsi della sua forza."
mercoledì 16 dicembre 2009
Nel ricordo di Carla
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