A proposito dell'accordo
Eugenio Scalfari conclude cosi una lunga conversazione con Pietro Ichino, a proposito del nuovo modello di contrattazione:
"Lei può avere ragione, ma, per entrare in questo ordine di idee, troppe cose allora devono cambiare. Una riforma di questo genere e di questa portata è politicamente pensabile soltanto nel contesto di una riforma di sistema, che involga anche il recupero del necessario rigore ed equità fiscale, un livello di ragionevole efficienza dei servizi al mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, più in generale la credibilità delle istituzioni che fanno da arbitro tra le parti sociali. Questa battaglia innovativa che lei conduce meritoriamente presuppone una comunità nazionale in cui cambino contemporaneamente molte altre cose. Allora, chi fa la prima mossa? Senza una concertazione seria tra tutte le parti interessate, non si creerà mai il minimo di fiducia necessario perché si possa imboccare credibilmente una strada come questa".
si può essere d'accordo anche da prospettive molto diverse. io per esempio sono assolutamente d'accordo con Scalfari, ma credo che nemmeno lui si renda del tutto conto di stare parlando di un modello di società, non solo italiana, profondamente diverso. I valori alla base della democrazia, della fiducia, e quindi degli spazi della concertazione, sono sopraffatti dai poteri forti, dallo sgretolamento delle regole e dalla disgregazione sociale. Non dai No che oppone la Cigl, che in queste condizioni non fa altro che difendersi e difenderci, ad oltranza.
da lavoce.info / mentre nei link sotto trovate documentazione su
accordo
disaccordo
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