lunedì 21 luglio 2008

Bossi ha ragione....




Bossi ha ragione: è davvero una fregatura questo fatto che i professori si muovano solo da sud a nord e l'inno ha parole di guerra, suscita emozioni da stadio, serra coorti pronte a morire; l'indice vispo è volgare ma buono, se contro l'ipocrisia.


Da quando abbiamo perso è iniziato un tentativo di pensare criticamente a partire dall'altro, di analizzare e comprendere il diverso punto di vista. Il pericolo di un pensare qualunque non ci sfugge, ma tentare non ci può nuocere di più di quanto già fatto.
Si prenda ad esempio la questione settentrionale, il bossi pensiero, a proposito degli insegnanti del sud. La denuncia e la chiusura mettono in evidenza che la mobilità territoriale interna del nostro mercato del lavoro è unidirezionale, a dispetto delle guide linea sulla modernità. Le migrazioni dei prof da sud a nord sono il corrispettivo di quelle del pomodoro, del commercio ambulante, dell'edilizia, dell'industria nociva, dei servizi servili, dal maghreb, dall'africa, dal sudamerica, dall'india, dalla cina, dall'est europeo. Nel caso dei prof, giovani e adulti di buona famiglia, laureati, vanno verso l'occupazione stabile, pubblica, qualificata, verso un loro destino di possibilità e di desiderio che non si può negare o legare. Il punto (settentrionale e meridionale) è che non ci sia spazio per un movimento opposto, di insegnanti del nord che massacrino i nostri alunni con la propria professionalità e passione. E il punto è che qui, accolti i migranti di passaggio, nel lavoro nero e di aiuto alle famiglie, ed allontanati i professori, gli scenziati, i professionisti e le altre teste migliori, ci resta quel mondo di mezzo, quella mediocrità povera, che non fa crescere niente.
Se si aprissero le porte del lavoro, oltre che per i professori con i propri talenti e i propri autori, bossi si potrebbe alterare anche per i nostri prodotti, le nostre aziende, le nostre banche, le nostre scoperte scientifiche, i nostri brevetti, le nostre operazioni finanziarie. E noi ce li prenderemmo volentieri i professori del nord, come ci prendiamo tutto il resto, di merci, know how, prestiti, a "bocconi", "fiatoni", "findomesticoni", "mediasettoni". E staremmo davvero tutti meglio.
Quanto all'inno, che sia diventato l'inno del Coni più che quello del Paese mi pare assodato, e non poteva essere diversamente, e anche in questo caso, non è meglio oi vita mia, con il soldato sì, ma innamorato ?
sv

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