martedì 4 marzo 2008

Presidio a Taverna del Re

Una sintesi dell'asseblea del presidio

Non ci sono più parole per commentare l'ennesima proroga all'apertura di Taverna del Re.

Ieri sera i cittadini recatisi al sito per controllare l'effettiva chiusura annunciata dal Prefetto De Gennaro con l'ordinanza 98, si sono trovati alla presenza di un dirigente del Comissariato, il dott. Reppucci, che annunciando l'intenzione di tenere aperto il sito per altri 5 giorni, ha inscenato una "trattativa"davvero sui generis, in cui unica possibilità di scelta per i comitati era accettare le decisioni prese.Prendere o lasciare.

Questa è la"democrazia" offerta a chi da mesi si sta sacrificando per il proprio territorio manifestando in maniera civile e non violenta. Ringraziamo il commissariato per la"delicatezza" di averci mandato un suo rappresentante di persona, ma crediamo che la democrazia sia ben altra cosa. La democrazia è ascoltare la voce di popolazioni martoriate da milioni di tonnellate di ecoballe, la democrazia è mantenere i patti con icittadini, la democrazia è non infierire su una popolazione che ha già dato tantissimo solo perchè esprime proteste civili e facilmente contrastabili, la democrazia è mandare le forze dell'ordine areprimere chi sversa rifiuti tossici non a reprimere manifestazioni che rivendicano giuste ragioni, la democrazia è perseguire il bene dei cittadini non quello delle imprese che lucrano sullo sversamento a Taverna del Re. La democrazia è capire , dopo il gesto disperato di Lucia, che il nostro territorio è giunto al limite della sopportazione.

Come se non bastasse sono continuate al presidio le forme di intimidazione nei confronti dei cittadini presenti da parte delle forze dell'ordine: continue foto alle persone presenti, richieste di documenti per identificazioni.

Ma dopo mesi e mesi di manifestazioni civili, quali sono gli atti che giustificano tanto accanimento verso le persone? Quali sono gli atti offensivi (mai avvenuti) che si vorrebbero evitare? E' solo intimidazione ed accanimento verso persone che hanno sempre protestato in maniera inerme, atti che paradossalmente servono solo ad innalzare la tensione, forse nella speranza recondita che qualcuno possa davvero realizzare qualche gesto sconsiderato per poi giustificare una repressione più accanita. Per questo si rinnova l'appello a non accettare provocazioni, a continuare a manifestare in maniera ferma ma civile e non violenta le nostre ragioni, a continuare la nostra lotta per una democrazia dal basso in maniera collettiva senza gesti individuali che servono solo a dividerci e a giustificare repressioni.

Assordante, come sempre l'assenza della politica, dei parlamentari locali, del sindaco, dei consiglieri comunali, degli assessori, delle forze politiche che utilizzano la questione di Taverna del Re solo a proprio uso e consumo, quando questa serve ad attaccare qualche loro contendente elettorale. Nonostante loro continueremo la nostra protesta, cercando, quando possibile e nelle forme sempre attuate, di bloccare l'afflusso dei camion perchè si sappia che a Giugliano c'è ancora uno scampolo di democrazia.

Il prossimo appuntamento è alle ore 15.00 presso l'ospedale Cardarelli per una manifestazione di solidarietà per Lucia che ha cominciato uno sciopero della fame e per un'opera di sensibilizzazione sulla tragedia di Giugliano. Domani 5cm dalle ore 15,00 in poi presidio presso l'ingresso di taverna del re, per bloccare i tir.

Facciamo appello a tutte le forze democratiche e a tutti i cittadini, affinchè assicurino una loro presenza presso il presidio, per lanciare l'ennesimo grido di disapprovazione, opponendosi con i propri corpi allo scempio che si sta consumando sulla salute dei cittadini.
Solo una partecipazione massiccia può fermare i tir, quindi la tua presenza è necessaria.

Siprega di dare la massima diffusione e si chiede la presenza di telecamere e giornalisti.

Lele Gargiulo

2 commenti:

  1. Trovo che sia da sottoscrivere, che dite ?

    Susi Veneziano

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  2. Certo che si. Potremmo fare anche qualcosa di più: inviare un messaggio al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle due Camere, al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Interni e magari anche ai Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale,esternando la nostra indignazione e proponendoci come organizzatori di corsi di formazione per i dirigenti delle forze dell'ordine per spiegare loro come in regime democratico vanno gestite le situazioni di emergenza e vanno orientati gli operatori loro dipendenti perché si pongano al servizio dei cittadini anche quando esercitano il democraticissimo diritto di protestare.
    Nino Lisi

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